HACHIKO è una matta, una fata, che non si trova nelle case infestate, ma ovunque ci sia una cassa in 4.
È una creatura cibernetica che appare alle feste e ai rave parties, pronta a dare la sua benedizione a tutti i toxic e i ninfomani del mondo.
Hachiko rappa e canta, ma soprattutto performa per combattere gli stereotipi di genere, parlando degli uomini come i trap boy parlano delle donne nelle loro canzoni. Disfunzioni erettili e daddy issues sono all’ordine del giorno.
Quello che Hachiko racconta sono sprazzi di quotidianità che ogni donna e persona LGBT (e perché no, persino qualche maschio etero) vivono ogni giorno e lo fa con una schiettezza senza poesia che consente a chiunque, dai più altolocati ai più beceri, di immedesimarsi.
Si tratta di un progetto goliardico che si propone di fare un ritratto onesto di ragazze e ragazzi che non trovano una rappresentazione nella musica mainstream e nelle canzoni d’amore tutte uguali che ci vengono costantemente propinate dal mercato mainstream.
Hachiko si propone di raccontare quello che tutti noi abbiamo vissuto almeno una volta e che avevamo il coraggio di confidare solo al tavolino di un bar marcio davanti a un bicchiere di prosecco.