Un disco intimo e introspettivo, dove la scrittura diventa lo spazio in cui Sergio riesce a dar voce alle sue insicurezze e ai suoi racconti più intimi: pezzi di vita che lo hanno reso quello che è oggi.
Nei suoi brani racconta traumi ed esperienze vissute a Roma, la sua città, frammenti di quotidianità che, pur lasciando segni, lo hanno aiutato a crescere e a maturare.
«Questo EP è la prima cosa che porto a termine in 30 anni e non mi vergogno a dirlo, è la verità. Per me questo progetto è come una miniserie: ogni canzone è una puntata. Non c’è un vero finale, o almeno non per me. Ognuno può e deve interpretare ciò che ascolta a modo suo.»
Sergio Ruggeri ha immaginato il suo EP come uno spazio in cui le persone possano sentirsi davvero a loro agio, anche nei momenti più difficili, quelli in cui la vita sembra trascinarti verso il basso. Ogni brano cerca di aprire un dialogo anche sulle cose scomode e dolorose, in un presente che spesso impone l’illusione di un mondo solo bello, patinato e costoso.
«Le cose per me sono cambiate quando ho capito che potevo parlare davvero di ciò che volevo. In questo EP, in ogni canzone, in ogni strofa e in ogni ritornello, ho messo tutto me stesso, con l’intento di creare un legame con chi sente che anche ciò che sembra complesso può trasformarsi in qualcosa di “semplicemente” normale.»